Masseria salentine
Elenco delle migliori vendite masseria salentine
ERBE SPONTANEE SALENTINE. GUIDA AL RICONOSCIMENTO E ALL'USO DELLE PIANTE ALIMENTARI TRADIZIONALI
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ALTHEA MASSERIA, CIBO MONOPROTEICO PER CANI ADULTI, TAGLIA MEDIA/GRANDE , 14 KG
- Monoproteico, ipoallergenico
- Ingredienti di qualità per valorizzare il rapporto nutrizionale fornito
- Con olio di salmone per rendere il pelo lucido
- Lenticchie e cicorie forniscono benefici al sistema gisetivo
- Erbe officinali della murgia forniscono proprietà fondamentali al benessere del cane
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SALENTO ROSATO IGT ZINZULA MASSERIA ALTEMURA 2020 0,75 L
- Classificazione Negroamaro Rosato Salento IGT Zona di produzione Provincia di Brindisi Uve 100% Negroamaro
- Colore: tenue e delicato, tendente al cipria, dai lievissimi riflessi ramati.
- Profumo: bouquet ampio, dai sofisticati sentori floreali di rosa canina, accompagnati da piacevoli note di amarena e da una speziatura che ricorda il pepe rosa e lo zenzero con un leggero tocco di curcuma.
- Sapore: equilibrio e intensa freschezza in un corpo snello, sostenuto da una bella acidità e teso da una vibrante vena sapida. Il sorso scorre piacevole, regalando un frutto croccante, e chiude su un finale di grande mineralità, che stuzzica il palato.
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Lecce (Puglia)
Nel comune di Sannicola e più precisamente in località "Camastra", proponiamo in vendita terreno di mq 6230. Il lotto proposto inoltre, è di facile accesso, direttamente dalla strada vicinale. Ottima esposizione, facilmente raggiungibile e di facile accesso. Inoltre, poco distante dal paese. Per maggiori informazioni contattateci in agenzia. Curiosità... Sannicola (Le) è un Comune situato a cavallo delle serre salentine, e dista circa 6 km. da Gallipoli. E' ancora oggi un centro ad economia prevalentemente agricola, nonostante l'esistenza di alcune realtà imprenditoriali. Da qualche anno il paese è maggiormente conosciuto nel circondario grazie alla presenza di diversi ristoranti e discoteche. Fino al 1908 Sannicola è stata una frazione della città di Gallipoli. Per conseguenza, fino a quella data, il piccolo paese ed il suo territorio hanno sempre seguito le sorti della cittadina ionica; di essa condividono, purtroppo, la grave carenza di documenti per le epoche anteriori al 1484, anno in cui Gallipoli venne espugnata e saccheggiata dai Veneziani. E' certo che in epoca basiliana e fino al '700 l'intero agro sannicolese fu indicato col nome greco di Rodogallo (luogo dalle belle rose), poi distinto in Rodogallo magno e parvo. Secondo gli studiosi questi toponimi, al pari di quello di Renocallo o Rinocallo, indicavano dei villaggi medievali successivamente distrutti o abbandonati. Un dato sicuro è che nel feudo di Gallipoli erano insediati stabilmente fin dal secolo X-XI i monaci basiliani, presenti con le abbazie di S.Mauro, di San Salvatore, di San Tirso, di S.Stefano de Fonte e di S.Maria de Ligiro, oltre che con diverse chiesette. Il ricordo di quelle età lontane è testimoniato dai toponimi greci che, ancora oggi, identificano alcune contrade (ad es. Pràndico, Camastra, Meforìe). Origini basiliane ebbe quasi certamente anche la chiesa di San Nicola che sorgeva nello stesso luogo dell'attuale chiesa madre di Santa Maria delle Grazie e che risultava già semidistrutta prima del 1567. Con la rapida decadenza dei basiliani, a partire dai primi decenni del Trecento, per l'agro di Gallipoli si avvicinava un periodo terribile. I numerosi nemici della cittadina ionica, protetta da mura possenti, adottarono, infatti, la sistematica tattica di sottoporne a razzie e violenze l'indifeso territorio. Poco poterono in quella circostanza le difese delle masserie fortificate che si andavano edificando, specie nelle zone macchiose e rocciose del feudo gallipolino. Masseria tipica del territorio Fu tra la fine del '400 e i primi decenni del secolo successivo che si verificarono i maggiori danni. Ne furono responsabili non solo i Turchi ed i Veneziani, ma soprattutto i Francesi. Questi ultimi, venuti nel Salento, trovarono dei naturali alleati nei feudatari di diversi paesi vicini a Gallipoli (Galatone, Galatina, Parabita, Matino, ecc.), ed, insieme ad essi, compirono per lungo tempo delle scorrerie nel territorio della Città, rimasta fedele alla Casa d'Aragona. Lo scrittore Galateo (Antonio De Ferraris), testimone diretto degli avvenimenti, denunciò le devastazioni e le razzie che si compirono allora, citando gli alberi rigogliosi recisi, le masserie incendiate, i danni immensi...arrecati ovunque. Cessate le più gravi minacce esterne, agli inizi del Seicento furono erette nell'agro della città ionica diverse case sparse, generalmente situate nei preziosi frutteti di benestanti proprietari gallipolini. Erano abitate da famiglie di contadini che provvedevano alla coltivazione e custodia del terreno loro affidato. Nel 1640 il chierico coniugato Domenico Musurù decise di ricostruire, in un luogo detto San Nicola (vedi sopra), sulle rovine dell'omonima chiesa ed in una zona ancora quasi disabitata, una piccola cappella che volle egualmente dedicare al Santo di Mira.
20.000 €
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Lecce (Puglia)
Indipendente, con garage e area solare di proprietà esclusiva, a Sannicola proponiamo in vendita piano terra di circa 140 mq con terrazzo a livello. La soluzione è collocata in zona centrale e servita e si compone di: terrazzino d'ingresso, disimpegno, ampio soggiorno, cucina abitabile, due camere e servizio. Inoltre, si sviluppa nella parte parte retrostante anche un comodo terrazzo a livello. Con riscaldamento autonomo. L'abitazione si presta a diverse modifiche, per renderla quanto più vicina alle esigenze di ognuno. Ne consigliamo la visione! Curiosità... Sannicola (Le) è un Comune situato a cavallo delle serre salentine, e dista circa 6 km. da Gallipoli. E' ancora oggi un centro ad economia prevalentemente agricola, nonostante l'esistenza di alcune realtà imprenditoriali. Da qualche anno il paese è maggiormente conosciuto nel circondario grazie alla presenza di diversi ristoranti e discoteche. Fino al 1908 Sannicola è stata una frazione della città di Gallipoli. Per conseguenza, fino a quella data, il piccolo paese ed il suo territorio hanno sempre seguito le sorti della cittadina ionica; di essa condividono, purtroppo, la grave carenza di documenti per le epoche anteriori al 1484, anno in cui Gallipoli venne espugnata e saccheggiata dai Veneziani. E' certo che in epoca basiliana e fino al '700 l'intero agro sannicolese fu indicato col nome greco di Rodogallo (luogo dalle belle rose), poi distinto in Rodogallo magno e parvo. Secondo gli studiosi questi toponimi, al pari di quello di Renocallo o Rinocallo, indicavano dei villaggi medievali successivamente distrutti o abbandonati. Un dato sicuro è che nel feudo di Gallipoli erano insediati stabilmente fin dal secolo X-XI i monaci basiliani, presenti con le abbazie di S.Mauro, di San Salvatore, di San Tirso, di S.Stefano de Fonte e di S.Maria de Ligiro, oltre che con diverse chiesette. Il ricordo di quelle età lontane è testimoniato dai toponimi greci che, ancora oggi, identificano alcune contrade (ad es. Pràndico, Camastra, Meforìe). Origini basiliane ebbe quasi certamente anche la chiesa di San Nicola che sorgeva nello stesso luogo dell'attuale chiesa madre di Santa Maria delle Grazie e che risultava già semidistrutta prima del 1567. Con la rapida decadenza dei basiliani, a partire dai primi decenni del Trecento, per l'agro di Gallipoli si avvicinava un periodo terribile. I numerosi nemici della cittadina ionica, protetta da mura possenti, adottarono, infatti, la sistematica tattica di sottoporne a razzie e violenze l'indifeso territorio. Poco poterono in quella circostanza le difese delle masserie fortificate che si andavano edificando, specie nelle zone macchiose e rocciose del feudo gallipolino. Masseria tipica del territorio Fu tra la fine del '400 e i primi decenni del secolo successivo che si verificarono i maggiori danni. Ne furono responsabili non solo i Turchi ed i Veneziani, ma soprattutto i Francesi. Questi ultimi, venuti nel Salento, trovarono dei naturali alleati nei feudatari di diversi paesi vicini a Gallipoli (Galatone, Galatina, Parabita, Matino, ecc.), ed, insieme ad essi, compirono per lungo tempo delle scorrerie nel territorio della Città, rimasta fedele alla Casa d'Aragona. Lo scrittore Galateo (Antonio De Ferraris), testimone diretto degli avvenimenti, denunciò le devastazioni e le razzie che si compirono allora, citando gli alberi rigogliosi recisi, le masserie incendiate, i danni immensi...arrecati ovunque. Cessate le più gravi minacce esterne, agli inizi del Seicento furono erette nell'agro della città ionica diverse case sparse, generalmente situate nei preziosi frutteti di benestanti proprietari gallipolini. Erano abitate da famiglie di contadini che provvedevano alla coltivazione e custodia del terreno loro affidato. Nel 1640 il chierico coniugato Domenico Musurù decise di ricostruire, in un luogo detto San Nicola (vedi sopra), sulle rovine dell'omonima chiesa ed in una zona ancora quasi disabitata, una picco
70.000 €
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