Rabbia corpo norman

Giallo pubblicato da Mondadori all'interno del settimanale Il Giallo Mondadori, numero 1265 del 29 marzo 1973. Traduzione di Marilena Damiani. Condizioni discrete. Non rispondo a sms.

Mocobo Centro Culturale zona Piramide/Ostiense/Garbatella Via Pellegrino Matteucci, 98 a 5 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria ostiense e dalla metro piramide Quando: - tutti i martedì dalle 18:30 alle 20:00 - tutti i mercoledì dalle 19:00 alle 20:30 Cosa è: Il significato della parola Yoga è molto intenso e profondo: significa unione, tra la propria Coscienza e la Coscienza Universale, e unione tra mente, corpo e Anima. Il Kundalini Yoga come insegnato da Yogi Bhajan è un insieme di pratiche sul respiro (Pranayama), asanas (posizioni del corpo), Mudra (posizioni delle mani e delle dita), e recitazioni di Mantra che agiscono direttamente sull’equilibrio psicofisico della persona. Dal Maestro è stato definito “lo yoga del capofamiglia” perché è rivolto ad aiutare le persone nella loro quotidianità. Con la pratica yogica, il corpo ritroverà flessibilità, energia, tono. La mente potrà finalmente essere gestita attraverso una serie di esercizi che aiutano nella gestione di stress, ansie, depressioni, eccessi di rabbia, insonnia e disturbi vari. Attraverso lo Yoga impariamo a rendere fluida la relazione con la nostra parte più vera, sviluppando una consapevolezza che porterà benessere e serenità, sia fisici, sia mentali.

Vincitore del premio Libro dell'Anno 2008 di Radio3 Fahrenheit Campo di concentramento di Natzweiler-Struhof sui Vosgi. L'uomo che vi arriva, una domenica pomeriggio insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore qualsiasi: è un ex deportato che a distanza di anni è voluto tornare nei luoghi dove era stato internato. Subito, di fronte alle baracche e al filo spinato trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i ricordi riaffiorano con il loro carico di dolore e di rabbia. Ritornano la sofferenza per la fame e il freddo, l'umiliazione per le percosse e gli insulti, la pena profondissima per quanti, i più, non ce l'hanno fatta. E come fotogrammi di una pellicola, impressa nel corpo e nell'anima, si snodano le infinite vicende che parlano di un orrore che in nessun modo si riesce a spiegare, ma insieme i tanti episodi di solidarietà tra prigionieri, di una umanità mai del tutto sconfitta, di un desiderio di vivere che neanche in circostanze così drammatiche si è mai perso completamente.